Soleto ideale

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Capita nella vita che ti prenda la smania di guardarsi dentro in una prospettiva storica costringendosi ad un percorso che quando va bene comincia più di un centinaio di anni prima e conseguentemente non può che estendersi sino a cento anni dopo e più nel ritmo incessante del ciclo della vita.
La memoria in questi casi corre indietro nel tempo lasciando alla realtà il compito di mettere a fuoco gli anni del proprio vissuto ed all’utopia il compito più arduo di inerpicarsi lungo l’impervio sentiero del futuro.
Sembra un esercizio arduo ma non lo è, anzi vedremo che sarà facilissimo, arduo sarà invece capire chi siamo e soprattutto chi vorremmo essere!
Capire cioè il nostro percorso più profondo da quando Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia, libro III del I Secolo dopo Cristo trova “Soletum desertum” sino ad arrivare al Galateo che nel suo  De situ Japigiae del Cinquecento sarebbe stato colpito da Soleto magnificando “Amplam fuisse hanc urbem vestigia murorum aliquibus in locis ostendunt” (I ruderi delle mura in alcuni tratti mostrano quanto fosse grande questa città).
Quale allora la Soleto ideale?

“La città ideale”
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